L'Europa al centro della seconda giornata

Forum Ambrosetti, Tajani: "L'Italia potrebbe accelerare sulla vendita delle quote di Mps"

Per il ministro degli Esteri l'Europa deve fare passi avanti sulla difesa comune, e prestare maggiore attenzione all'America Latina e all'Africa, dove ha lasciato troppo spazio alla Cina e alla Russia

Forum Ambrosetti, Tajani: "L'Italia potrebbe accelerare sulla vendita delle quote di Mps"
Ansa
Cernobbio, l'intervento del Ministro Tajani

"L'Europa per contare deve avere una forza economica e non solo commerciale. Non deve essere solo un grande mercato ma deve avere la capacità di competere a livello industriale". Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, nel suo intervento al Forum Ambrosetti, giunto alla sua 49esima edizione e in programma a Cernobbio fino a domenica.   

"Serve una vera politica industriale della Ue che punti a un sistema di concorrenza globale" e che consenta alle imprese europee, attraverso "regole della concorrenza" con "un'asticella più alta", "di competere a livello globale perché altrimenti le regole della Ue rischiano di soffocare le imprese europee a livello globale".

Tajani ha inoltre detto, rispondendo ad una domanda di Bloomberg Tv, che l'Italia potrebbe accelerare sulla decisone della vendita della quota di Monte Paschi. "Probabilmente si", ha risposto Tajani. Alla domanda su quando si deciderà ha aggiunto "in breve tempo". 

Su quest'ultima questione è intervenuto a sostegno nel pomeriggio anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: “Credo che sia giusto andare su questa strada”.

“Riformare il Patto di stabilità”

A livello di Unione europea, ha detto Tajani parlando delle riforme necessarie per 'avere più Europa', "dobbiamo riformare il Patto di stabilità, dobbiamo concludere l'unione bancaria e dobbiamo realizzare l'armonizzazione finanziaria". 

“Non credo a una Ue a trazione di due o tre paesi, serve una partecipazione complessiva. Quando si fanno le riforme che vanno in direzione di più Europa devono farsi tutte".

Sugli investimenti destinati al settore della Difesa, "è vero che bisognerebbe spendere di più", del resto "ce lo richiede anche la Nato", ma "allora bisognerebbe escludere alcune di queste spese dal Patto di stabilità", ha detto ricordando l'impegno dei militari italiani nel mondo o nella gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo. 

In quest'ottica, ha aggiunto, "non è uno Stato spendaccione, ma risponde ad alcune esigenze dell'Unione europea", pertanto "bisogna tenere conto di tutte le spese che facciamo per la sicurezza". 

Sul fronte della difesa "l'Europa deve fare qualche passo in avanti. Dobbiamo essere più ambiziosi, ma i numeri che abbiamo non ce lo permettono. Abbiamo visto anche sulla questione ucraina che non possiamo correre sempre dietro agli Stati Uniti".

Elezioni europee: “Pronti ad accordi politici per allargare liste di Forza Italia”

"Siamo pronti a sottoscrivere accordi politici per avere nelle nostre liste candidati dell'area Ppe come è accaduto anche in occasione delle Europee del 2019. Pronti al confronto ed al dialogo per raggiungere obiettivi comuni". Così Tajani nella sua veste di segretario nazionale di Forza Italia, risponde alla domanda di Affaritaliani.it se in vista delle elezioni europee del giugno 2024 il partito stia lavorando a una lista unica con Udc, Noi Moderati e altri.

“L'Europa deve fare passi avanti su una difesa comune”

Sul fronte della difesa "l'Europa deve fare qualche passo in avanti. Dobbiamo essere più ambiziosi ma i numeri che abbiamo non ce lo permettono. Abbiamo visto anche sulla questione ucraina che non possiamo correre sempre dietro agli Stati Uniti". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo al Forum Ambrosetti a Cernobbio. Gli Stati Uniti "sono un nostro interlocutore ma anche nella Natovo gliamo contare di più, serve un'Europa che sappia contare dipiù, non a parole ma anche con i fatti"

"Possiamo guardare con ottimismo al futuro se sapremo costruire una politica estera di difesa. Voglio citare Berlusconi sul voto a maggioranza: in uno dei suoi ultimi discorsi parlò della necessità di un voto a maggioranza e non all'unanimità per alcune scelte fondamentali della Ue che altrimenti rimarrebbero bloccate. Personalmente raccolgo quel messaggio e quell'eredità, come Antonio Tajani, convinto che si debba procedere col voto a maggioranza per alcune questioni che permetterebbero all'Europa di essere protagonista a livello internazionale", ha detto il vicepremier.

"Serve una politica europea dell'immigrazione"

Nei confronti dell'Africa e della gestione dei flussi migratori "serve una politica europea dell'immigrazione" impostata con "meno egoismo" e "più solidarietà e più strategia", un "Piano Marshall europeo: serve a loro ma anche a noi", ha detto il ministro degli Esteri intervenendo nel dibattito a cui era presente anche l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.

"C'è una situazione crescente di instabilità e noi non sappiamo questa instabilità nell'Africa subsahariana, con i golpe che ci sono, dove porterà il continente africano". In più, ha sottolineato, "dobbiamo far sì che tutto ciò non si ritorca politicamente ed economicamente contro di noi".

Secondo il capo della diplomazia italiana, "questo significa poter controllare i flussi migratori" che potranno diventare "insostenibili, nel 2050 - ha detto - ci saranno 2,5 miliardi di africani: i flussi migratori rischiano di creare costi insostenibili per l'Italia, serve una politica europea dell'immigrazione. Meno egoismi, più solidarietà e più strategia. Ogni singolo Stato può erigere qualche muro, ma non risolve il problema dell'immigrazione", ha aggiunto.

"Prestare più attenzione al Sud del mondo"

"Dobbiamo prestare maggiore attenzione al Sud del mondo, abbiamo commesso un errore guardando sempre all'Africa con occhiali europei e non africani. Ogni errore che commettiamo viene utilizzato da Cina e Russia per realizzare zone di influenza", ha detto ancora Tajani. 

“Avere un accento di superiorità ha rischiato di farci uscire dal sistema africano - ha aggiunto - che guarda a noi con alto interesse, non dobbiamo apparire predatori o neocolonizzatori. Abbiamo bisogno delle materie prime africane ma non possiamo utilizzarle facendo i predatori, possiamo farlo con joint venture africane, trasformandole in loco e poi acquistandole a prezzi migliori ” e liberarsi dalla dittatura della Cina che "decide il prezzo delle materie prime nel mondo". E' necessario quindi che l'Africa "diventi il primo nostro interlocutore, il punto fondamentale di cui non si è parlato abbastanza in questi anni è la stabilità dell'Africa, servono relazioni non con visione superiore ma amicale".

Guardare ad America Latina e Balcani

Nel sostegno all'export "il fronte che spesso dimentichiamo come europei è il fronte dell'America Latina" dove l'Europa "ha lasciato troppo spazio agli interessi cinesi. Dobbiamo recuperare spazio in quei Paesi che hanno rapporti antichi con noi europei" e dove "si può fare una politica europea industriale di esportazione, di internazionalizzazione e anche una politica turistica".   

"La politica estera - ha infatti spiegato Tajani - non è solo un problema di geopolitica ma abbiamo anche degli interessi economici. Siamo un Paese industriale, un Paese esportare e abbiamo la responsabilità di guidare la politica delle esportazioni del nostro Paese che rappresentano il 37-38% del nostro Pil".   

Tra le aree da valorizzare per l'export italiano Tajani ha indicato "i Balcani" dove "possiamo incrementare la nostra presenza" mentre per quanto riguarda il Mediterraneo "vogliamo che si trasformi in un mare di pace, di commercio e di sviluppo". Occorre poi "guardare all'Indo-Pacifico, alle regioni del Golfo, dove l'Europa deve poter fare di più" in Paesi come l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, il Qatar, il Bahrein.

"L'Indo-Pacifico è una regione fondamentale - ha concluso - e i rapporti con l'India devono essere più forti per garantire stabilità ed equilibrio".

"La Via della Seta? Bisogna fare una valutazione"

Sulla Via della Seta, Tajani è scettico: "Se andiamo ad analizzarla, non ha portato i risultati che ci attendevamo", ha detto citando i numeri dell'export italiano nel 2022 verso Pechino: più bassi rispetto a quelli di Francia e Germania. “Il Parlamento - ribadisce -  dovrà fare una valutazione e decidere se rinnovare o meno la nostra partecipazione a questo progetto".